La bozza di DM sui Certificati Bianchi contiene ancora troppe rigidità
COMUNICATO STAMPA
Tommasi: “Per rilanciare lo strumento occorrono regole semplici e che le aste non siano alternative e concorrenziali al meccanismo dei TEE, come rischiano di diventare con questo decreto.”
Roma, 21 Aprile 2021 – “Dall’analisi della bozza di Decreto Ministeriale di revisione dello schema dei Certificati Bianchi, le misure introdotte per la ripartenza dei nuovi progetti risultano deboli e inadeguate – ha dichiarato la presidente degli Amici della Terra- “Non sono state completamente superate le rigidità introdotte con il decreto del 2017 che hanno causato la riduzione dei progetti presentati e dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) attesi per i prossimi anni anche se è vero che sono stati chiariti e introdotti degli aspetti come l’ammissibilità dei progetti individuati a seguito di diagnosi energetica, la riduzione dei tempi degli iter di approvazione dei progetti, l’introduzione di nuove voci di intervento, la stabilità del mercato dei Certificati Bianchi”.
Uno degli ostacoli a cui fanno riferimento gli Amici della Terra è l’obbligo di documentare i consumi ante intervento sulla base di misure giornaliere per un periodo di almeno 12 mesi, derogabile solo in casi particolari. “E’ una richiesta irragionevole – dice Tommasi - che non aiuta certo a rilanciare un meccanismo già molto rigoroso, in termini di misura dei risparmi (il più rigoroso d’Europa), se confrontato con altri sistemi incentivanti come le Detrazioni Fiscali, l’Industria 4.0 e il Conto Termico”.
In tutto il periodo che ha determinato in Italia il successo e i migliori risultati dei TEE, fino al 2017, i progetti potevano essere presentati con programmi di misura specifici per ogni contesto applicativo per essere analizzati dall’ente valutatore in funzione di parametri specifici del progetto come i risparmi attesi, e con disaggregazione temporale e periodi di misura che il proponente di volta in volta valutava in relazione alla rappresentatività del periodo, delle dimensioni (dunque del costo) dell’intervento e dell’installazione dei misuratori.
Per quanto riguarda le aste, la bozza di decreto specifica che i risparmi rendicontati nell’ambito di questo nuovo meccanismo concorrono al raggiungimento degli obiettivi ma non è reso esplicito che debbano anche concorrere alla copertura degli obblighi consentendo di portare nuova liquidità al mercato e di promuovere interventi che, con il prezzo medio della borsa, non riuscivano ad esser incentivati. Se non si chiarisce questo punto, il rischio è di avere due sistemi separati. Ma così, la borsa non potrà mai riprendersi e il meccanismo sarà affossato. Perché questo non accada è fondamentale che i due sistemi (aste e borsa) operino in modo sinergico.
In merito agli obiettivi la bozza di decreto non ha fatto altro che recepire quelli del PNIEC. Gli obiettivi potranno essere innalzati solo se il meccanismo comincerà a funzionare con regole più semplici generando maggiori risparmi energetici. Su questo, gli Amici della Terra hanno da tempo protestato, osservando che gli obiettivi del Piano erano troppo spostati sul residenziale e sottovalutavano il potenziale di efficienza energetica nel settore industriale.
Ci auguriamo che con il processo di revisione del PNIEC, l’apporto atteso dall’efficienza energetica nell’industria e dai Certificati Bianchi possa aumentare sensibilmente.